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SERIES

A CONSCIOUS TOMORROW: Ritorno al futuro

Data di pubblicazione: 25.03.2025

Traduzione da un articolo di Barbara Jahn

L’arte di preservare la storia del luogo: la nostra nuova serie di articoli analizza il rapporto tra gli spazi in cui è prevista la nascita di qualcosa di nuovo - in città, in campagna o a metà strada - e ciò che caratterizza il luogo, la sua identità e unicità.

Negli ultimi anni i costi dell’edilizia sono saliti vertiginosamente. Per una serie di motivi si assiste ad una fase di stallo, in cui i nuovi edifici vengono progettati ma non realizzati. O almeno non ancora, perché i lavori vengono come di consueto rinviati. Tuttavia, questa lentezza è allo stesso tempo un’opportunità per un approccio più sostenibile all’architettura esistente: la ricerca più intensa di immobili adatti a una visione e a una filosofia di vita personali, e la volontà di continuare a scrivere la loro storia, portano automaticamente a una maggiore percentuale di successo nel trovare un vecchio edificio in cui o con cui realizzare il proprio progetto. Anche se a volte si deve lo stesso partire da zero.

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© Philippe Thibault

Vecchie mura, nuovi contenuti: la visione della vecchia cascina di Erwan Bouroullec in Borgogna è stata realizzata dallo studio di architettura LVA.

Uno splendido esempio di questo approccio è il progetto di un’antica cascina della Borgogna, affidato dal noto designer Erwan Bouroullec allo studio di architettura LVA, fondato da Guillaume Le Dévéhat e Charlotte Vuarnesson, con l’incarico di ristrutturare e realizzare le sue idee, rispettando l’edificio esistente, valorizzando le tracce del passato e i tratti tradizionali, per conferire al luogo un carattere versatile e allo stesso tempo duraturo. Il vecchio edificio si trova immerso in un paesaggio naturale caratterizzato da prati e boschi, un ambiente dal quale non deve essere sradicato, bensì dotato di una nuova destinazione d’uso all’interno del quadro storico: un’architettura rurale di nuova generazione, di una bellezza pura e radicale, tanto modesta nel suo linguaggio quanto efficiente nelle sue qualità ambientali, destinata a evolversi in futuro come spazio polivalente.

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© Philippe Thibault

Dialogo con il luogo: grandi finestre lasciano generosamente entrare la luce naturale nelle nuove stanze e incorniciano il paesaggio circostante.

I compiti del team di architetti erano chiaramente definiti: gli elementi storici dell’edificio dovevano essere preservati a tutti i costi. Si doveva creare qualcosa di nuovo, ma in modo tale che la storia dell’edificio non andasse persa in futuro, con tutti i suoi ricordi e le sue storie. L’obiettivo era quindi reinterpretare l’edificio esistente senza snaturarlo. In definitiva, la bellezza dell’architettura rurale doveva rimanere visibile, incorporando materiali storici nel progetto, esponendo le strutture e preservandone lo stato grezzo. Allo stesso tempo, la casa è stata riportata a nuova vita grazie alla sua completa ristrutturazione e al nuovo concetto spaziale, salvandola così dal completo degrado.

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© Philippe Thibault

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© Philippe Thibault

Espansione spaziale: i nuovi elementi dell’edificio, come le scale e le pareti, sono stati inseriti con cura nel vecchio involucro.

Conciliare trasformazione e conservazione è stato un lavoro particolarmente impegnativo. Rispettando la naturale pendenza del terreno e la continuità dell’edificio si è potuto ridurre al minimo l’impatto paesaggistico, garantendo al contempo una buona ventilazione. Oltre a installare doppi vetri isolanti alle finestre, riscaldamento a pavimento e stufe a legna, la nuova capriata del tetto è stata rivestita in legno e la vecchia fossa per conservare il grano è stata trasformata in una piscina naturale. La natura circostante, il sole, il vento e la pioggia non sono solo percepiti direttamente attraverso le grandi aperture delle finestre, ma anche sfruttati al meglio: il sole riscalda le vecchie pareti e il legno di abete di Douglas degli interni, mentre la pioggia viene raccolta in una cisterna sotterranea per irrigare il giardino e la piscina. All’interno, tra le pareti in pietra sono state erette leggere pareti a telaio in legno, che creano spazi centrali continui da un lato e angoli per il raccoglimento privato dall’altro. Gli architravi delle aperture delle pareti sono stati costruiti con il legno di quercia ricavato dallo smantellamento della capriata del tetto, mentre le scale sono state realizzate con le pietre trovate intorno alla casa, in linea con l’idea di una produzione circolare.

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© Jana Sebestova

Collegamento spaziale: l’elemento di giunzione tra tutti i livelli è il pavimento, che sottolinea anche lo stile urban chic della metropoli.

Spostiamoci a Torino. Fino a poco tempo fa, in un cortile interno della metropoli italiana si trovava una carrozzeria vuota, rimasta inattiva fino a quando l’architetto d’interni Paola Marè ha risvegliato la Bella Addormentata, dandole il nome di “Loft M50”. Dopo una ben riuscita opera di ristrutturazione e riconversione, l’ex “clinica delle automobili” si mostra in un nuovo splendore, senza però rinnegare ciò che era un tempo: un edificio industriale il cui fascino è ora nuovamente sottolineato dai pavimenti in gres porcellanato in diverse tonalità di grigio, soprattutto nella zona giorno, in cucina e in bagno.

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© Jana Sebestova

Tutto scorre: il gres porcellanato permette di interpretare in modo fluido l’estetica e la cromaticità del pavimento nelle forme più svariate.

Al piano terra si trova l’ampia zona giorno, che costituisce il fulcro dell’appartamento sotto forma di open space. Separati solo da una parete divisoria in mattoni si trovano la zona pranzo, il bagno principale, una cabina armadio e uno studio, a sua volta separato dal resto della casa da una porta scorrevole con doghe in legno. Il livello è ulteriormente arricchito da un’area esterna. Qui si trova anche l’ingresso, decorato con parati. Il piano superiore presenta gli elementi architettonici tipici dei loft, come i soppalchi. L’intero spazio è caratterizzato dal contrasto tra il bianco dei pavimenti e dei rivestimenti, il nero del ferro e dei mobili e il calore che gli elementi in legno di betulla conferiscono all’ambiente.

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© Jana Sebestova

Fino all’ultimo centimetro: l’altezza del locale dell’ex officina di riparazione auto nel centro della città è stata sfruttata alla perfezione, sul modello della densificazione urbana.

Per sfruttare al meglio i 146 metri quadrati di spazio e l’altezza dell‘ambiente e per creare un design uniforme, durante la ristrutturazione è stata rimossa la parete divisoria tra i due magazzini stretti e lunghi, inserendo tre mezzanini in metallo. La galleria del piano rialzato ospita la camera da letto con vasca idromassaggio incassata nel pavimento e un altro piccolo bagno. Infine, al terzo piano è prevista la zona ospiti. Per rendere più dinamici gli spazi, le scale che conducono ai piani rialzati sono state progettate in forme e colori diversi. Inoltre, l‘attenta progettazione dell’illuminazione crea un’atmosfera speciale nelle diverse aree funzionali. Rimuovendo una parte del tetto e chiudendo la terrazza su due lati per mezzo di grandi finestre scorrevoli, è stato possibile creare un’area esterna privata, illuminare meglio gli interni e creare così una maggiore continuità tra spazio interno ed esterno.

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© Squaremeter – Makler & Architekten, Monaco di Baviera

Gioiello dell‘architettura: l’Architektenwohnhaus R15 del 1927, sottoposta a vincolo di tutela dei beni culturali, incarna tuttora la freschezza estiva evocata in fase di progettazione.

La “Architektenwohnhaus R15”, nel quartiere Obermenzing di Monaco di Baviera, è un esempio unico e irripetibile di edificio progettato e realizzato per se stesso dall’architetto Rudolf Knecht come residenza estiva nel 1927. Tra i dettagli costruttivi e d’arredo dell’edificio attualmente in vendita, ancora oggi ben conservati, vi sono le volte a crociera, gli archi, le porte e finestre con forme ogivali e le persiane a libro. Oltre allo storico soffitto a cassettoni del soggiorno, anche i mobili ad incasso sono considerati un esempio artistico unico della fine degli anni Venti a Monaco. Anche tutti gli elementi di design dell’area esterna sono ben conservati, come il portico a tralicci con posti a sedere e i cancelli, nonché il design del giardino, in continuità con il resto della struttura.

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© Squaremeter – Makler & Architekten, Monaco di Baviera

Passato e presente: la straordinaria funzionalità dell’abitazione affascina con un’incredibile dovizia di particolari, oggi raramente visibili.

Eppure, non è tutto un idillio: sul retro della proprietà di circa 820 metri quadrati si trova una struttura adiacente degli anni ‘60, non sottoposta a tutela dei beni culturali, che quindi potrà essere ricostruita nell’ambito della ristrutturazione del lato ovest. Ciò rappresenta una sfida e un’opportunità non solo per il proprietario, ma anche per Squaremeter, l’intermediario incaricato della vendita, che si avvale sia di architetti sia di agenti immobiliari. Qual è quindi l’approccio giusto? “L’edificio R15 ha già attirato grande attenzione da parte dei media e quindi una certa appetibilità, motivo per cui la nostra competenza in qualità di agenti immobiliari e architetti è ancora più importante. I beni culturali architettonici con spazi aperti adiacenti non sono rari in Germania: per il bene delle città, delle comunità e di tutte le parti coinvolte, è imperativo adottare un approccio olistico”, afferma Tobias Schneider, Squaremeter - Makler & Architekten, Monaco di Baviera.

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© Squaremeter – Makler & Architekten, Monaco di Baviera

Un oggetto da collezione per i nuovi residenti: oltre all’architettura storica, anche l’arredamento è ancora quello originale.

Squaremeter si è avvalsa della perizia professionale e di una storica dei beni culturali per garantire una valutazione e un processo di vendita affidabili. Ad oggi, la licenza edilizia preliminare prevista da Squaremeter per un nuovo edificio armonioso ed elaborato dal punto di vista architettonico è già stata accolta con favore. La storica Architektenwohnhaus è ora alla ricerca di un acquirente appassionato che voglia continuare lo straordinario impegno di tutte le persone finora coinvolte. “Lo sviluppo urbano è uno dei temi più rilevanti dei nostri tempi sotto ogni punto di vista. È d’importanza cruciale per una società resiliente e pertanto di estrema rilevanza. La gente tende a sentirsi al sicuro negli edifici storici. Preservarli in modo significativo e integrarli con edifici moderni offre un’opportunità al design per plasmare le nostre città”, dichiara convinta Melanie Straub, Squaremeter - Makler & Architekten, Monaco di Baviera.

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© Squaremeter – Makler & Architekten, Monaco di Baviera

Prego, accomodatevi in un salotto dal fascino dei bei tempi andati.

Per un architetto, il compito di utilizzare strutture consolidate, sfruttarle al massimo, allo stesso tempo senza guastarne la fisionomia, limitandosi semplicemente a scrivere un nuovo, bellissimo capitolo della storia di un edificio, è sempre una sfida. Probabilmente una delle più spinose in assoluto, per preservare il tessuto edilizio e i paesaggi urbani o paesaggistici da sempre familiari e parte dell’identità, affinché possano ancora rimanere tali.

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